Ulcera gastrica del cavallo: quali mangimi e foraggi scegliere?

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Ulcera gastrica del cavallo: quali mangimi e foraggi scegliere?

Indice

    La primavera porta con sé diverse sfide per la salute digestiva dei cavalli. Con il mutare dell’erba e le variazioni delle routine quotidiane, oltre ai maggiori spostamenti per competizioni e trasferimenti, il benessere intestinale dei nostri equini può essere seriamente compromesso.

    Questo articolo è dedicato a un tema di fondamentale importanza per ogni proprietario di cavalli: le ulcere gastriche equine.
    Questi disturbi affliggono sia puledri che cavalli adulti, mostrando un ventaglio di sintomi che necessitano di una comprensione approfondita e mirata.

    Esploreremo le differenze tra erosioni squamose gastroduodenali (ESGD) e lesioni glandolari (EGGD), esaminando le relative cause e identificando i sintomi distintivi per le diverse fasce d’età. Se sospettate che il vostro cavallo possa soffrire di tali disturbi, le informazioni che seguono potrebbero rappresentare il primo passo verso la risoluzione dei problemi.

    Infine, vi offriremo consigli pratici su trattamenti e sui regimi alimentari ideali per supportare il recupero e il mantenimento della salute del vostro cavallo.

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    Cosa sono le ulcere gastriche equine?

    Le ulcere gastriche equine sono piaghe che si formano sulla mucosa dello stomaco e rappresentano una condizione abbastanza comune nei cavalli.

    Il rivestimento dello stomaco può erodersi gradualmente a causa dell’esposizione prolungata all’acido gastrico, con danni che i veterinari classificano su una scala da 0 (nessun danno) a 4 (ulcere estese e profonde). La prevalenza di questa patologia si stima sia tra il 50 e il 90%, e colpisce cavalli di ogni età, con una frequenza maggiore in quelli che svolgono attività sportive.

    Malattia gastrica squamosa equina (ESGD) e Malattia gastrica ghiandolare equina (EGGD): quali sono le differenze?

    Le lesioni gastriche possono manifestarsi in due forme principali, ciascuna con caratteristiche e implicazioni specifiche: la Malattia Gastrica Equina Squamosa (ESGD) e la Malattia Gastrica Ghiandolare Equina (EGGD). Questa distinzione è fondamentale per comprendere la natura delle patologie e per orientare efficacemente la diagnosi e il trattamento.

    Malattia Gastrica Equina Squamosa (ESGD)

    Area: mucosa squamosa, che comprende il margo plicatus, le curvature maggiore e minore e il fondo squamoso del dorso.

    Diagnosi: Può essere classificata in primaria o secondaria a seconda della patologia di base.

    • P- primaria: Si verifica in un tratto gastrointestinale altrimenti sano ed è la forma più comune di ESGD.
    • S – secondaria: È causata da un ritardo nello svuotamento gastrico dovuto a patologie come la stenosi pilorica, grave EGGD o malattie infiammatorie intestinali.

    Malattia Gastrica Ghiandolare Equina (EGGD)

    Area: mucosa ghiandolare includendo la cardia, il fondo ghiandolare ventrale, l’antrum, il piloro e il duodeno prossimale.

    Diagnosi: La specificità di localizzazione della EGGD richiede un approccio accurato per una diagnosi precisa e per stabilire un efficace piano terapeutico.

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    Quali sono le cause dell’ulcera gastrica equina?

    Le ulcere gastriche equine possono essere scatenate da diversi fattori che influenzano direttamente la salute generale del cavallo. Le cause scatenanti più comuni sono tuttavia quattro.

    Lavoro Aerobico (Fast Speed) o Intenso

    L’esercizio aerobico o intenso può spingere l’acido gastrico verso aree vulnerabili dello stomaco, contribuendo alla formazione di ulcere. Durante l’attività fisica, l’aumento della produzione di acido gastrico e la diminuzione del flusso sanguigno nell’apparato digerente, infatti, possono creare un ambiente propizio per tali lesioni. La presenza di fibra nello stomaco del tuo cavallo diventa, quindi, essenziale perché funge da barriera. La fibra assorbe gli acidi gastrici e li tiene nella parte dello stomaco come un bolo che evita il cosiddetto “effetto splash” sulle pareti.

    Stress

    Lo stress rappresenta un altro importante fattore di rischio associato allo sviluppo delle ulcere gastriche nei cavalli. Anche se lasciati al pascolo, cavalli e pony non sono immuni alla manifestazione di ulcere in situazioni di tensione.
    Studi hanno infatti dimostrato che la separazione da compagni di branco o situazioni stressanti hanno contribuito al manifestarsi o l’accentuarsi delle ulcere, evidenziando il ruolo centrale che lo stress può svolgere nella salute gastrointestinale dei cavalli.
    Inoltre, condizioni stressanti come il trasporto o la permanenza prolungata in box, magari a digiuno, possono ulteriormente aumentare il rischio di sviluppare ulcere gastriche.

    Farmaci

    L’uso prolungato di alcuni farmaci anti-infiammatori non steroidei come il fenilbutazone, fenamati e il ketoprofene può indebolire lo strato mucoso protettivo dello stomaco, aumentando la suscettibilità alle ulcere.

    Alimentazione Scorretta

    La struttura relativamente piccola dello stomaco equino richiede un’alimentazione costante per mantenere l’equilibrio acido-base, rendendo i cavalli sensibili agli sbalzi acidi causati da periodi prolungati senza cibo. Un’alimentazione scorretta può rappresentare un significativo fattore di rischio nello sviluppo delle ulcere gastriche nei cavalli.

    Le diete a basso contenuto di fibre possono compromettere la produzione di saliva, fondamentale per neutralizzare l’acidità gastrica come tampone naturale. La fibra richiede infatti più tempo per la masticazione rispetto ai mangimi concentrati. Ciò agevola la creazione di abbondante saliva che, a sua volta, aiuta ad abbassare l’acidità nello stomaco.

    Al contrario, un eccessivo apporto di cereali può creare un ambiente acido nello stomaco, aumentando così il rischio di ulcere gastriche. Uno studio condotto in Danimarca ha dimostrato che offrire più di 2 gr per kg (peso vivo) di amido al giorno o 1 g per kg (peso vivo) a pasto agevola lo sviluppo di un ambiente acido nello stomaco del cavallo.

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    Come capire se il mio cavallo ha un’ulcera? I sintomi più comuni e come diagnosticare

    Per affrontare in modo completo il tema delle ulcere gastriche nei cavalli, è fondamentale esplorare i sintomi associati a questa condizione. Esplorare attentamente questi segnali diventa particolarmente cruciale per distinguere tali manifestazioni da quelle tipiche di altre patologie equine.

    I sintomi dell’ulcera gastrica equina

    La maggior parte dei cavalli con ulcere gastriche potrebbe sembrare sana all’occhio; tuttavia è talvolta possibile notare alcuni segnali sottili che potrebbero indicare la presenza di questa condizione.

    Coliche

    Le coliche rappresentano una problematica significativa nei cavalli con ulcere gastriche, con evidenze che indicano un incremento dell’incidenza di disagi dopo i pasti.
    Nei casi di ulcere gastriche gravi, è comune osservare alcune posizioni insolite, soprattutto nei puledri, che tendono a stendersi sulla schiena per alleviare il dolore. Nei cavalli adulti, invece, le coliche possono manifestarsi come crisi acute o ricorrenti, spesso correlate all’assunzione di mangimi concentrati.

    Inappetenza e perdita di peso

    I cavalli affetti da ulcere gastriche possono manifestare difficoltà dell’appetito e perdita di peso. Altri segnali includono l’avversione al cibo iniziale dopo che la prima parte della razione raggiunge lo stomaco.
    Nei cavalli adulti possono verificarsi alimentazione scarsa o selettiva, variazioni nella quantità di abbeverata e presenza di cattivo odore in bocca.
    Nei puledri, invece, si possono osservare ridotto consumo di latte, salivazione eccessiva e distensione addominale.

    Cambiamenti nel Comportamento

    I cambiamenti comportamentali sono spesso attribuiti alle malattie gastriche nella pratica veterinaria, anche se le relazioni nei testi scientifici a supporto di questa teoria sono variegate. Uno studio trasversale condotto su 50 cavalli da morfologia ha evidenziato che i cavalli con comportamento nervoso erano più inclini a soffrire di ESGD.
    Diversi studi hanno inoltre mostrato una correlazione tra ESGD e stereotipie come mordere il box, ticchiare o altri tipi di stereotipie.

    Un comportamento comunemente collegato alle malattie gastriche dai proprietari è infine il “dolore alla bardatura”, ossia segni di dolore e comportamento negativo durante la bardatura. Tuttavia, gli studi non hanno dimostrato una relazione tra questo comportamento e ESGD o EGGD.

    Diarrea

    Nei primi studi sulle malattie gastriche, la diarrea è stata riportata come segno clinico nei cavalli adulti e uno studio più recente ha evidenziato un aumento delle feci liquide associate alla EGGD, confermando questa scoperta. Tuttavia, al di fuori di questi esempi, la diarrea non è comunemente segnalata come sintomo correlato alle malattie gastriche.

    Bassa Qualità del Mantello

    Degli studi trasversali hanno evidenziato un’associazione tra un manto ruvido e poco luminoso e la malattia gastrica, soprattutto nei puledri, ma i dati disponibili sono ancora pochi per confermare questo sintomo con certezza.

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    Diagnosi delle Ulcere nei Cavalli

    Quando vengono notati segni insoliti nel cavallo, consultare un veterinario è decisamente consigliato. Solo tramite la gastroscopia, infatti, il veterinario sarà in grado di diagnosticare con precisione la presenza di ulcere gastriche.

    Durante questa procedura, che richiede che il cavallo sia sedato e a digiuno, un endoscopio flessibile dotato di telecamera viene inserito attraverso le narici del cavallo fino allo stomaco. Ciò consente di visualizzare direttamente sullo schermo tutte le aree digestive rilevanti.

    Se la gastroscopia non è possibile, il veterinario può procedere con una terapia diagnostica simulata, trattando il cavallo come se avesse effettivamente le ulcere. Un successivo miglioramento dei sintomi potrebbe confermare la presenza di ulcere gastriche nell’animale trattato.

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    Laminite – Cause e prevenzione

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    In questo primo articolo Sharon Smith, specialista del comportamento equino, discute le cause comuni della laminite , una condizione complessa e spesso fraintesa.

    Sharon Smith MSc BHSAP, Comportamentista e Consulente Accreditata

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    Sentirai parlare di laminite prima di quanto pensi

    La complessità di questa condizione potenzialmente paralizzante si riflette nella varietà delle sue definizioni:


    …una grave forma di zoppia nei cavalli caratterizzata da uno zoccolo caldo e doloroso, con impulsi di rimbalzo che si sentono nelle arterie digitali…

    Università di Liverpool

    ….danneggiamento o guasto delle lamelle…

    thelaminitissite.org

    …una malattia associata all’ischemia [insufficienza di sangue] dei tessuti dermici digitali, non è principalmente una malattia infiammatoria ; quindi laminite è un termine improprio …

    laminitis.org
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    La prima definizione suggerisce un eccesso di sangue e segni clinici di infiammazione. La terza definizione invece parla di una scarsità di sangue, con meno enfasi sull’infiammazione. La realtà è che ognuna di queste definizioni è corretta – il che crea ancora più confusione!

    Negli ultimi anni, la laminite è stata un’area di ricerca in rapido sviluppo e ricca di nuove intuizioni. Tuttavia, “danno alle lamine” è una definizione e una diagnosi clinica costante e sempre presente. Partiremo analizzando la zampa del cavallo, e approfondiremo le cause di questo danno.

    Molti proprietari credono che il fettone, la suola e la parete dello zoccolo siano gli unici a distribuire il peso del cavallo. In realtà, la pressione sotto la terza falange attutisce il carico, per cui fettone e suola non sono strutture portanti primarie [1]. Invece, il peso viene trasferito dalla terza falange, attraverso i tessuti molli, alla parte inferiore della parete dello zoccolo. Uno speciale adattamento all’interno di questa parete aiuta a sopportare l’enorme peso. Ci sono centinaia di sottili piastre che crescono nello zoccolo che somigliano alla parte inferiore di un fungo. Queste piastre aumentano notevolmente la superficie disponibile per il fissaggio dei tessuti molli [2]. Per chiarezza, chiamerò le piastre dello zoccolo duro “lamelle” e le pieghe dei tessuti molli interbloccati “lamine”. L’importantissima “super-colla” tra le lamine e le lamelle è chiamata “membrana basale”.

    L’importanza del sangue

    La membrana basale e il tessuto molle delle lamine sono cellule viventi, e hanno bisogno di un costante apporto di sangue.  Il sangue contiene:

    globuli rossi che

    • trasportano l’ossigeno e l’anidride carbonica
    • globuli bianchi (o leucociti) che aiutano a combattere le infezioni, liberano l’istamina (che scatena l’infiammazione), avvolgono i corpi estranei e aiutano a ‘pulire’ i frammenti di piastrine delle cellule danneggiate. Fermano le perdite causando coaguli (nelle vene) e croste (sulla pelle)
    • plasma, il liquido che trasporta globuli rossi e bianchi e piastrine, ma anche proteine, grassi, sali disciolti, sostanze nutritive e ormoni, batteri, virus e tossine disciolte.
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    Mentre il cavallo cammina, il ciclo di carico e scarico del piede aiuta a pompare il sangue in entrata dalle arterie intorno allo zoccolo attraverso piccoli capillari, per poi risalire la gamba attraverso le vene. Le vene portano via tutti gli scarti generati dalle cellule del piede. Le arterie si dilatano nei cavalli sani per consentire il flusso di una maggiore quantità di sangue, per riparare o proteggere i tessuti. Oltre ad allargarsi, le vene e le arterie si restringono a seconda delle circostanze. Le anastomosi arteriovenose (shunt) sono un collegamento diretto dalle arterie alle vene, che bypassa temporaneamente i piccoli capillari e i tessuti danneggiati.

    Gli “shunt” si aprono in risposta all’alta pressione sanguigna per evitare la rottura dei vasi, e svolgono un ruolo nella termo-regolazione. Si pensa che il piede del cavallo abbia tra i  50 e i 500 shunt per centimetro quadrato di zampa viva [3]! Si ritiene che la PPID (Sindrome di Cushing equina), l’insulina elevata e gli alti livelli di cortisolo nel sistema circolatorio (ad es. a causa dello stress cronico), causino il malfunzionamento di questi meccanismi del flusso sanguigno, importanti per la prevenzione, la gestione e il recupero della laminite. Le cellule morte non sono appiccicose.

    Piccole quantità di danni alle lamine morbide causeranno cambiamenti strutturali all’interno del piede, che possono portare a una crescita anomala del corno dello zoccolo e a cambiamenti dell’andatura. Se individuato in tempo, questa condizione può essere gestita e superata. Tra le complicazioni che possono portare a danni maggiori troviamo la parziale separazione delle lamine/lamelle, che permette al tendine del flessore digitale di tirare e ruotare l’osso del pedale verso il basso, e la perdita delle sospensioni: le ossa affondano nel piede, contro la suola, con gravi rischi di perforazione.

    La distruzione della membrana del basamento (quella tra lamelle e lamine) sembra essere dovuta a una o più delle seguenti cause:

    • forze meccaniche;
    • infiammazione delle lamine
    • crescita/funzione anomala delle cellule.
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    Forze Meccaniche

    La rottura delle cellule della membrana basale sono un potenziale rischio per i cavalli in sovrappeso, con gravi carenze alimentari o sottoposti a impatto ripetitivo su superfici dure. Altre cause possono essere un’ infiammazione o un’ anomalia cellulare. Può iniziare con un lieve distacco di lamelle/laminee sotto stress fisico. Le piastrine nel sangue rattoppano il danno, ma intasano anche le minuscole vene che escono dalle lamine, causando una dannosa contropressione, l’attivazione dello shunt, la perdita di sangue dalle lamine e la morte cellulare.

    Infiammazione

    L’infiammazione è il risultato di cellule tissutali che segnalano la necessità di più sangue nei tessuti per riparare i danni, eliminare le tossine o una minaccia invasiva, come batteri o virus dannosi. Le membrane dei tessuti diventano permeabili, e quindi più deboli, per permettere al plasma e alle cellule del sangue di entrare. Un’infiammazione cronica di basso livello (ad es. a causa della PPID o dello stress) comporta tessuti costantemente più deboli; il sangue arriva prima nella zona del tallone del cavallo [2], le sostanze nutritive aggiuntive utilizzate fanno sì che l’area del tallone cresca più rapidamente della punta della zampa. Il sangue in uscita è libero, quindi le pressioni all’interno dello zoccolo sono stabili e il dolore, se presente, è minimo. Il cavallo è ancora sull’orlo di una laminite completa.

    Basterà poco, e l’infiammazione acuta permetterà di far affluire più sangue nelle lamine e di gonfiarsi. La capsula solida dello zoccolo smette di gonfiarsi verso l’esterno, mentre Il gonfiore verso l’interno spingerà la lamina/pedale lontano dal supporto delle lamelle. Le forzature attraverso l’osso del pedale continuano poi a strappare la membrana basale, separando le lamine dalle lamelle. Le piastrine vengono attivate dal danno risultante, limitando la fuoriuscita di sangue anche dal piede. Tutta questa pressione, e l’accumulo di sangue nel piede provoca dolore, uno zoccolo caldo e un battito cardiaco percepibile nella parte posteriore del nodello. Gli “shunt” più in alto si apriranno per compensare l’aumento di pressione, riducendo il sangue al piede, ma finendo per affamare le lamine e la membrana basale, provocandone la morte.

    Crescita anomala / funzionamento della membrana basale

    Tutto ciò che fa sì che le cellule crescano troppo rapidamente o non crescano nel modo giusto porta a rischi di distacco delle lamine dalle lamelle. Ad esempio, se un cavallo ha una zampa rotta, caricherà costantemente il peso sull’altra per stare in piedi. Un pavimento troppo duro comprimerebbe le arterie contro l’osso del pedale, interrompendo l’afflusso di sangue, e la mancanza di ossigeno e di sostanze nutritive nella zona frontale dello zoccolo, causando la morte cellulare della membrana basale. Un altro esempio è quello in cui alti livelli di insulina danneggiano direttamente la membrana su tutto lo zoccolo, senza causare un’infiammazione iniziale [4]. L’insulina può innescare fattori di crescita nella membrana basale [3], allungando la lamella/laminae dello zoccolo tra l’osso del pedale e la parete dello zoccolo. Questo è strutturalmente più debole – dunque più predisposto ad un evento che causerà la laminite. L’allungamento delle lamelle si presenta sotto forma di una “linea bianca” allungata tra la suola e la parete dello zoccolo. Elevati livelli di insulina e una linea bianca allungata sono associabili alla sindrome metabolica equina (EMS), all’obesità, alla PPID/Sindrome di Cushing equina, e ai corticosteroidi.

    Fattori che attivano il rischio

    È risaputo che il consumo eccessivo di amido e zuccheri sovraccarica lo stomaco, causando la fermentazione dell’intestino tenue e condizioni di acidità. Una delle conseguenze è una diarrea acquosa (colite), ma non laminite in tutti i casi, anche se è chiaro che è in atto un meccanismo secondario. Gli acidi organici provenienti dal sovraccarico dell’intestino tenue aumentano il lipo-polisaccaride circolatorio del sangue (LPS), che in quantità sufficiente induce resistenza all’insulina e porta ad un’infiammazione cronica, anche nelle lamelle [5]. I fruttosani nell’erba sono spesso citati come causa scatenante della laminite, ma non è stato trovato un collegamento diretto, mentre è certo che gli zuccheri elevati nel sangue SONO un fattore scatenante (assimilabili attraverso l’erba zuccherina, ma anche con mangimi e fieno), ma questi non dovrebbero essere una minaccia se la risposta insulinica è normale, e non resistente!

    A livello cellulare, sono pochi i meccanismi che danneggiano le lamelle e la membrana basale, ma questi possono essere innescati in diversi modi; li riassumiamo nella seguente tabella:

    Rischi InevitabiliRischi IncidentaliRischi Evitabili
    Predisposizione GeneticaOverdose accidentale di zucchero/amidoObesità
    PPID/CushingsCorticosteroidiImpatto con terreno duro
    InfezioneStress termicoDieta ricca di zucchero e amido
    Eccessivo carico dell’arto di supportoStress cronico psicologico
    Incapacità all’esercizio / aumento del battito cardiacoDeficenze nutrizionali
    Sepsi / Avvelenamento del sangueMovimenti ristretti
    Vita sedentaria

    La prevenzione si basa su:

    • evitare livelli elevati di insulina nel sangue;
    • controllare il cortisolo/PPID;
    • curare adeguatamentedegli zoccoli.

    È fondamentale quindi concentrarsi su:

    • mantenere un livello sano di grasso corporeo;
    • una dieta equilibrata, a basso contenuto di carboidrati e a base di fibre ;
    • uno stile di vita a basso stress ma aerobicamente attivo;
    • evitare il lavoro veloce su un terreno duro e fornire una pavimentazione adeguata e di sostegno quando a riposo.

    Nella Seconda parte, in uscita prossimamente sul nostro blog, Sharon discuterà di ciò che i diversi trattamenti stanno cercando di ottenere, soffermandosi sui consigli potenzialmente contradditori.

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    Referenze

    [1] DYHRE‐POULSEN, P., Smedegaard, H. H., Roed, J., & Korsgaard, E. (1994). Equine hoof function investigated by pressure transducers inside the hoof and accelerometers mounted on the first phalanx. Equine veterinary journal, 26(5), 362-366.

    [2] Pollitt, C. C. (1992). Clinical anatomy and physiology of the normal equine foot. Equine Veterinary Education, 4(5), 219-224.

    [3] Katz, L. M., & Bailey, S. R. (2012). A review of recent advances and current hypotheses on the pathogenesis of acute laminitis. Equine veterinary journal, 44(6), 752-761.

    [4] Gauff, F., Patan‐Zugaj, B., & Licka, T. F. (2013). Hyperinsulinaemia increases vascular resistance and endothelin‐1 expression in the equine digit. Equine veterinary journal, 45(5), 613-618.

    [5] Wearn, J. G., Suagee, J. K., Crisman, M. V., Corl, B. A., Hulver, M. W., Hodgson, D. R., … & McCutcheon, L. J. (2012). Effects of the insulin sensitizing drug, pioglitazone, and lipopolysaccharide administration on markers of systemic inflammation and clinical parameters in horses. Veterinary immunology and immunopathology, 145(1-2), 42-49.

    [6] Medina‐Torres, C. E., Underwood, C., Pollitt, C. C., Castro‐Olivera, E. M., Hodson, M. P., Richardson, D. W., & Eps, A. W. (2016). The effect of weightbearing and limb load cycling on equine lamellar perfusion and energy metabolism measured using tissue microdialysis. Equine veterinary journal, 48(1), 114-119.

    Stagione delle nascite dei puledri: la corretta alimentazione in tutte le fasi

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    Siamo nel vivo della stagione delle nascite dei puledri. Un periodo stupendo per gli amanti dei cavalli che ci regala la gioia di accogliere nuove vite nelle nostre scuderie.

    Harrison Horse Care ha sempre scelto di mettere al primo posto il benessere dei cavalli.

    Proprio per questo è sempre vivo il desiderio di fornire consigli alimentari dedicati agli allevatori e ai proprietari di fattrici, stalloni e puledri così da favorire la qualità della loro vita e il loro benessere.

    Nello specifico, la linea allevamento di Saracen Horse Feeds è formulata per:

    •  Sostenere i puledri durante la crescita e lo sviluppo
    •  Fornire un’alimentazione adeguata alle fattrici in gravidanza e in allattamento
    •  Garantire una nutrizione ottimale agli stalloni da riproduzione.

    I mangimi Saracen Horse Feeds presentano una formulazione in grado di garantire un apporto nutrizionale completo e bilanciato, ricco di vitamine e minerali fondamentali per la salute di tutti i cavalli.

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    L’alimentazione delle fattrici

    Le fattrici svolgono, ovviamente, un ruolo centrale durante la stagione delle nascite. La loro alimentazione è fondamentale per fornire il giusto apporto in tutte le varie fasi, dal concepimento allo svezzamento del puledro.

    Il programma di alimentazione di una fattrice dovrebbe essere suddiviso in tre fasi separate:

    •  Fase iniziale della gravidanza – dal concepimento fino ai sette mesi di gravidanza
    •  Fase finale della gravidanza – ultimo quadrimestre di gravidanza, dai sette mesi fino al parto
    •  Allattamento – generalmente cinque o sei mesi da dopo il parto

    Gli errori più comuni commessi nell’alimentazione delle fattrici sono:

    •  Un’alimentazione eccessivamente abbondante nella fase iniziale della gravidanza
    •  Un’alimentazione troppo povera durante il periodo dell’allattamento

    Mare Care Mix è un mangime specificatamente formulato per le fattrici durante la fase finale della gravidanza e l’allattamento. Contiene livelli elevati di vitamina E che possono favorire più aspetti nella vita della fattrice, aumentando le possibilità di una gestazione di successo. Questo mangime contiene acidi grassi che possono essere trasmessi dalla madre al puledro attraverso il latte, per un latte e un colostro più ricco.

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    L’alimentazione del giovane puledro

    Le ricerche degli esperti hanno evidenziato una stretta relazione tra la natura glicemica dell’alimentazione e l’incidenza di disturbi scheletrici, come l’osteocondrite dissecante (DOC) nei cavalli giovani.

    Gli alimenti ad alto contenuto glicemico sono quelli che producono un’elevata risposta glicemica dopo l’alimentazione, come i cereali e la melassa, che avviene nei casi di consumo di una dieta ricca di amidi e zuccheri.

    Sembra che i normali processi di formazione ossea nei puledri vengano compromessi in caso di elevate concentrazioni di insulina nel sangue (iperinsulinemia) dovute ad una dieta troppo ricca di amidi e zuccheri.

    Tra i mangimi presenti nella nostra Linea Allevamento Level Grow Cubes e Level Grow Mix sono indicati per non sbagliare in un momento così delicato della vita di un cavallo: sono mangimi a basso indice glicemico ideali per supportare la crescita, ricchi di vitamine e minerali. Entrambi disponibili nelle versioni “Winter” e “Summer”.

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    L’alimentazione dello stallone

    Alimentare correttamente gli stalloni da riproduzione con l’intento di mantenere una condizione fisica ottimale si rivela spesso difficile nell’organizzazione di una scuderia. Sono molti i fattori da tenere in considerazione; alcuni soggetti risultano indeboliti al culmine della stagione riproduttiva mentre altri prendono troppo peso.

    Per mantenere il giusto equilibrio la scelta migliore è quella di fornire una dieta correttamente bilanciata, accompagnata ad un piano di attività appropriato, monitorando continuamente il peso dello stallone.

    Solo in questo modo uno stallone può mantenersi in buona forma durante tutto l’arco dell’anno e pronto alla stagione di monta con una condizione ottimale.

    Come gestire lo stallone sovrappeso

    L’obesità porta con se un insieme di minacce per lo stallone. Può predisporre il soggetto alla laminite, all’insulino-resistenza e a molti altri problemi di salute.

    L’eccesso di peso corporeo, in diverse situazioni, può anche causare problemi cardiaci e, nello specifico, alla rottura dell’aorta.

    Alcuni studi hanno anche dimostrato che che gli stalloni in condizione di obesità hanno una libido ridotta con conseguente influenza negativa sulla sua efficienza riproduttiva e sulla sua fertilità.

    Quando il peso corporeo è un problema, gli stalloni dovrebbero avere un accesso controllato e limitato al pascolo, soprattutto in primavera. Dovrebbero nutrirsi dello stretto necessario per garantire il fabbisogno di vitamine e minerali.

    Un bilanciatore dedicato ai soggetti da allevamento come STAMM 30 può essere utilizzato anche per gli stalloni per fornire una fonte compressa e consistente di nutrienti di alta qualità, con un basso contenuto calorico. Le sue specifiche nutrizionali dal potenziale molto elevato consentono spesso di ridurre le quantità di concentrato da somministrare, garantendo al tempo stesso che i livelli di micronutrienti necessari non vengano compromessi.

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    Il Veterinario risponde: Perché il mio Cavallo tossisce?

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    Tutti noi amanti dei Cavalli, prima o poi, ci chiediamo quale sia la causa della loro tosse e se dobbiamo preoccuparcene. È ora di fare chiarezza, una volta per tutte, su questo fenomeno, purtroppo, da molti sottovalutato. Perché il mio Cavallo tossisce? Come possiamo aiutarlo veramente? Lo abbiamo chiesto a Stephanie Davis, Veterinaria, amante dei Cavalli … Leggi tutto

    Come funzionano i purificatori di fieno Haygain?

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    Come funzionano i purificatori di fieno Haygain? Scopri quanto sia semplice, sicuro ed efficace purificare il fieno. Scopri tutti i componenti, il funzionamento passo per passo e alcuni segreti del nostro #steamteam.

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    Quali sono i componenti di Haygain?

    Scopriamo nel dettaglio quali sono i componenti dei purificatori di fieno Haygain:

    – Boiler (modello PB in dotazione con HG 600 e HG 2000 e modello Jiffy con HG One)

    – Tubo di raccordo boiler – cassone del fieno

    – Cassone del fieno (capienza di 8/10 Kg per HG One, 15/18 Kg per HG 600 e 35/40 Kg per HG 2000)

    – Piastra in alluminio con spuntoni forati per il vapore (all’interno del cassone del fieno)

    Funzionamento dei purificatori

    Come funzionano i purificatori di fieno? Scopri la semplicità brevettata di Haygain passo per passo:

    ◦ Riempire il boiler con acqua (4 litri con il Boiler Jiffy e 8 litri per il Boiler PB)

    ◦ Collegare il boiler alla presa elettrica

    ◦ Collegare il boiler al cassone del fieno

    ◦ Riempire il cassone con il fieno

    ◦ Facoltativo: pressare leggermente il fieno può ottimizzare il ciclo. In in questo modo il vapore avrà meno modo di disperdersi all’interno del cassone.

    ◦ Facoltativo: bagnare leggermente la sommità del fieno può far defluire l’acqua con lo strato più grossolano delle polveri prima del ciclo di purificazione.

    ◦ Chiudere il coperchio

    ◦ Avviare il ciclo premendo il tasto ON

    ◦ Attendere almeno 60 minuti per una purificazione ottimale e garantita

    ◦ Durante il ciclo di purificazione il vapore, grazie alle piastre in alluminio (materiale perfetto che aiuta a mantenere la temperatura alta senza dissipare calore), esce dagli spuntoni forati, facendo un percorso dall’interno all’esterno estraendo le polveri, purificando e idratando il fieno, senza cuocerlo ma sterilizzandolo grazie alle alte temperature.

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    Alcuni segreti di Haygain

    Scopriamo insieme alcuni segreti dei purificatori Haygain che contribuiscono a renderlo un prodotto che non deve mancare in scuderia.

    ◦ Il vapore interviene nella purificazione del fieno ma contribuisce anche alla sua idratazione. Una piccola parte di vapore esce dal groviglio di fibre del fieno e raggiunge le pareti del cassone, condensandosi ed uscendo dal buco alla base del cassone. Il resto del vapore nutre e idrata il fieno rendendolo più morbido ed esaltando le sue proprietà nutrizionali. Il ciclo di purificazione non lava via le componenti nutrizionali del fieno ma interviene solamente nella riduzione degli zuccheri, dannosi per cavalli inclini a laminite o soggetti a sindromi metaboliche.

    ◦ Durante il ciclo di purificazione non c’è pressione all’interno del cassone grazie alle speciali guarnizioni che si autoregolano per far uscire la giusta quantità di vapore quando e se necessario. Sotto il cassone sono presenti anche dei fori che evitano ogni rischio.

    ◦ Tutta la gamma Haygain è realizzata in materiali compositi con proprietà termiche a elevata efficienza. Anche se all’interno del contenitore si superano i 100 °C, l’esterno rimane tiepido al tatto e scongiura ogni rischio di scottatura.

    ◦ Il boiler deve essere sempre pieno d’acqua per evitare che le serpentine funzionino a secco surriscaldandosi e bruciandosi (N.B. Nonostante tutto, non ci sono pericoli di esplosione ma solo di usura e rottura del boiler!)

    ◦ Un ottimo consiglio di gestione è l’utilizzo dei timer da inserire direttamente sulla presa di corrente. Questi accessori permettono di gestire tramite app, a distanza, o analogicamente il purificatore e di utilizzarlo nelle ore preferite, risparmiando tempo e/o denaro grazie a fasce orarie con costi energetici più bassi.

    ◦ E’ consigliabile far raffreddare il fieno dopo il ciclo di purificazione per qualche minuto; il tempo di svuotare il cassone e portarlo al cavallo e sarà pronto alla somministrazione.

    ◦ Il fieno purificato non ha una data di scadenza. E’ assente l’utilizzo di acqua, l’ammollo e, quindi, la fermentazione che porta a danni intestinali. Il fieno può dunque essere somministrato anche 24-48 h dopo il trattamento.

    ◦ Uno spunto di riflessione conseguente all’ultimo consiglio può essere relativo alle dimensioni del purificatore da acquistare. E’ utile risparmiare sui cicli di purificazione acquistando un purificatore più grande vista la validità del fieno (con un cavallo potrebbe essere consigliabile HG One, per via della sua capienza ridotta, ma purificando con HG600 ogni ciclo può garantire fieno purificato per almeno 2 giorni, risparmiando sui cicli di purificazione e sulla gestione di scuderia)

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    Tutti sappiamo che il vapore, quando raggiunge determinate temperature, è in grado di uccidere batteri, acari e muffe dannose per l’uomo. Perché non usare questa risorsa potente e naturale anche per i nostri cavalli?

    I purificatori Haygain introducono vapore nel fieno in modo uniforme, riducendo le polveri respirabili, le spore e le muffe del 99%, come potete vedere dall’immagine di questa provetta.

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    “Non ho bisogno di Haygain, posso vaporizzare il fieno attraverso procedure fai-da-te”

    Niente di più sbagliato! La ricerca scientifica ha dimostrato che per eliminare con successo polvere, muffe e batteri, l’apparecchio di purificazione DEVE disporre di un doppio torace coibentato; un semplice bidone non isola il vapore, che perdendosi attraverso le pareti non si diffonde uniformemente. Il risultato? un bidone incubatore di batteri patogeni, muffe, e funghi, e tanto tempo sprecato. SOLO Haygain dispone di un sistema brevettato di distribuzione del vapore, attraverso un collettore a cinque punte che purifica il fieno in maniera uniforme, raggiungendo una temperatura di 100 C° in appena 60 minuti

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    Alimentazione del cavallo: la Dott.ssa Hilary Clayton parla di Forager, la mangiatoia slow-feeder

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    La famosa veterinaria e ricercatrice Dott.ssa Hilary Clayton ha testato e apprezzato la mangiatoia slow-feeder Forager di Haygain, sia per la posizione naturale che fa assumere ai cavalli che per la masticazione lenta.

    Chi è la Dott.ssa Hilary Clayton?

    La Dott.ssa Hilary Clayton è una veterinaria, ricercatrice, proprietaria di cavalli e amazzone nella disciplina del dressage. I suoi titoli accademici rappresentano una vita spesa studiando e scoprendo metodi di gestione dei cavalli legati solo al loro benessere in merito a salute, quotidianità e prestazioni sportive.

    La dottoressa è un’autrice molto rispettata con la capacità di sintetizzare complicati processi biomeccanici in informazioni che i proprietari possono utilizzare nel quotidiano rapporto con il loro cavallo.

    Il suo giudizio su Forager, la mangiatoia slow-feeder

    La risposta della Dott.ssa Clayton dopo alcune settimane di utilizzo della mangiatoia slow-feeder Forager è stata tutt’altro che complicata:


    Penso che sia un ottimo prodotto

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    Forager, di forma cilindrica e alto 71 cm, ha una griglia di regolazione che si trova sopra i quasi 12 Kg di fieno che può contenere. Il cavallo mangia a piccoli bocconi il fieno attraverso la griglia, prolungando la durata dei pasti per avvicinarsi al ritmo del pascolo per il quale è progettato l’apparato digerente equino. Ciò si traduce in una masticazione più lunga, che a sua volta favorisce una maggiore produzione di saliva che aiuta a proteggere il rivestimento dello stomaco dagli acidi naturali che possono causare ulcere.

    Forager consente inoltre al cavallo di mangiare con la testa in posizione naturale e abbassata come farebbe in natura.

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    La sicurezza della mangiatoia

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    L’affidabilità del prodotto per un uso stabile e sicuro è stata la prima preoccupazione della Dott.ssa Clayton insieme alla naturale alimentazione del cavallo.


    Mi piace che sia robusto e realizzato con materiali sicuri per i cavalli

    Dott.ssa Hilary Clayton

    Nel test effettuato con il suo cavallo, ha iniziato con la griglia “Standard” invece di quella considerata “Facile” dalla quale è leggermente più semplice per i cavalli estrarre il foraggio. Parlando del suo fedele compagno lusitano, Donzi, la Dott.ssa Clayton spiega: “Il mio cavallo è già abituato a prendere il fieno da reti per l’alimentazione lenta. Non ha avuto problemi a imparare ad abituarsi a Forager”.

    Ha osservato che Forager sembra rallentare in maniera importante il ritmo di alimentazione del suo cavallo, senza poter quantificare di quanto perché utilizzato durante la notte. In inverno, dopo il trasferimento dal Michigan alla Florida, dove Donzi non avrà molto accesso al pascolo, utilizzerà Forager durante la giornata. La Dott.ssa Clayton è sicura che aiuterà a distribuire i pasti per mantenere il suo peso sotto controllo.

    Il Forager può essere fissato alle pareti della scuderia oppure può essere reso più stabile versando della sabbia nella sua base. La dottoressa Clayton era sicura che il suo cavallo avrebbe cercato di ticchiare sul bordo del Forager, quindi non ha messo sabbia nell’unità per renderla meno stabile ed evitare il suo vizio.


    Dopo averlo trascinato al centro della stalla le prime due notti, ha rinunciato a provarci

    Dott.ssa Hilary Clayton

    Il segreto della posizione naturale del cavallo durante i pasti

    Consentire ai cavalli di mangiare con una posizione della testa abbassata è un vantaggio molto importante di Forager.


    Sicuramente incoraggia una buona posizione della testa e del collo

    Dott.ssa Hilary Clayton

    Uno studio sull’alimentazione del cavallo pubblicato nel Marzo di quest’anno ha mostrato le variazioni nella forma del collo e della schiena per i cavalli che mangiano dal pavimento e dalle reti per il fieno.

    Mangiare dal suolo è la posizione più comune e ha il minor impatto sulla rigidità del collo e della schiena del cavallo. Lo studio ha riconosciuto che le reti da fieno possono rallentare l’alimentazione, ma con potenziali effetti negativi sulla postura della schiena e del collo che possono, a loro volta, influire negativamente sul benessere del cavallo. Poiché la testa e il collo del cavallo costituiscono il 10% del peso corporeo del cavallo e si trovano a breve distanza dal suo centro di gravità, la forma e la postura del collo e della schiena sono fondamentali per il loro benessere.

    La ricerca dell’Università di Torino

    Per l’addestramento al dressage è importante insegnare al cavallo a lavorare con una linea dorsale arrotondata. Alcuni dei test includono un “cerchio elastico” in cui il cavallo è incoraggiato ad abbassare il collo e il naso, allungando i muscoli della schiena e mantenendo una linea dorsale elastica. Il buon senso suggerisce che più tempo trascorso in quella posizione allungata fa bene al cavallo, mentre il tempo trascorso con la testa in una posizione innaturale e rialzata può avere l’effetto opposto. Lo studio ha evidenziato che le condizioni ambientali, gestionali e di allenamento influenzano la postura di un cavallo anche più dell’età.

    La ricerca a cui ha partecipato anche la Dott.ssa Emanuela Valle, condotta presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, si intitola “Studio delle variazioni di forma della schiena, del collo e dell’angolo mandibolare dei cavalli a seconda delle posizioni di alimentazione specifiche utilizzando la morfometria geometrica”.

    Lo studio ha anche scoperto che l’angolo mandibolare del cavallo (mascella inferiore) era più ampio e naturale quando questo mangia da terra.

    Igiene e altri vantaggi della mangiatoia Forager

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    Contenendo il fieno, Forager previene gli sprechi e la contaminazione quando il foraggio viene mescolato a lettiera, letame e urina. Per ragioni simili, la Dott.ssa Clayton ritiene che Forager potrebbe anche aiutare a prevenire l’ingestione di sabbia dei cavalli quando vivono in paddock.


    Mi piace che sia robusto e realizzato con materiali sicuri per i cavalli

    Dott.ssa Hilary Clayton

    La griglia del regolatore è tenuta in posizione da un cursore metallico esterno che impedisce ai cavalli di ribaltare il regolatore.

    Forager è la migliore soluzione per un’alimentazione del cavallo lenta e sicura. Il feedback della Dott.ssa Clayton sulla mangiatoia dopo averla testata è semplice ma deciso:


    Amo usare Forager!

    Dott.ssa Hilary Clayton

    Haygain è un’azienda di fama mondiale che si dedica alla salute dei cavalli. Oltre alla mangiatoia slow-feeder Forager, Haygain produce purificatori di fieno ad alta temperatura e pavimenti ortopedici ComfortStall.

    Per ulteriori informazioni sui prodotti Haygain, visita il nostro sito.

    Scopri il mondo di Harrison Horse Care

    Prezzi fieno per cavalli in aumento: Scopri la soluzione di Harrison Horse Care

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    Prezzi del fieno per cavalli in aumento? Costi di gestione del tuo cavallo sempre più alti? Harrison Horse Care ha la soluzione giusta per farti risparmiare: scopri i preziosi consigli del nostro team.

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    Quanto costa il fieno?

    Il prezzo del fieno è in continuo aumento e nel 2022 ha toccato un livello molto alto, mai raggiunto prima. Secondo le ultime rilevazioni del mese di Settembre 2022 il prezzo del fieno maggengo di prato irriguo ha toccato i € 300,00 a tonnellata.

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    Aumento dei costi del fieno per cavalli: i consigli di HHC

    Per tutti i proprietari e amanti dei cavalli questo rincaro è decisamente importante e, forse, mai visto prima. Per affrontare questo e tutti gli altri rincari in questo periodo di inflazione a livello mondiale è opportuno prendere le dovute precauzioni.

    Evitare gli sprechi ed imparare a gestire al meglio il fieno sarà fondamentale in questa lotta ai rincari. Scopri le soluzioni e i consigli che il team di Harrison Horse Care consiglia per ridurre gli sprechi e per gestire le risorse in maniera oculata, mantenendo sempre al primo posto il benessere del tuo cavallo.

    Forager ti aiuta a non sprecare il fieno

    Forager, la mangiatoia slow-feeder con grandi benefici sulla salute del tuo cavallo, ti aiuta a non sprecare il fieno che di norma si perde in grande quantità nella lettiera o a terra e finisce per essere calpestato e buttato.

    Solitamente l’uso di reti da fieno comporta grandi sprechi, nei paddock e in box, nel momento in cui i cavalli le scuotono per riuscire ad alimentarsi.

    La mangiatoia a terra mantiene il fieno separato dalla lettiera e dal suolo e permette al tuo cavallo di mangiare in una corretta e naturale posizione, con tempistiche di masticazione più lunghe per via della griglia di regolazione, favorisce la digestione ed evita la noia.

    Numerosi benefici in un unico prodotto, tante caratteristiche positive con un unico scopo che è la salute del tuo cavallo.

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    Haygain migliora la qualità di tutti i tipi di fieno

    Il purificatore di fieno Haygain ha benefici importanti sull’apparato respiratorio e sulla salute generale del tuo cavallo. Il fieno purificato è molto più idratato del fieno normale e le sue proprietà nutrizionali vengono esaltate grazie al ciclo di purificazione.

    Anziché acquistare prodotti insilati, fieni depolverizzati e prodotti trattati si può continuare ad utilizzare il fieno disponibile in scuderia per tutti i cavalli.

    Inoltre il purificatore Haygain può rivelarsi un grande alleato nella battaglia contro gli sprechi: purificando anche il fieno meno qualitativo per caratteristiche negative legate alla polvere o alle particelle nocive respirabili, potrai utilizzarlo senza avere spiacevoli conseguenze sulla salute del tuo cavallo. Il purificatore Haygain, infatti, uccide il 99,99% delle muffe e dei batteri presenti nel fieno.

    Considerata la difficoltà a reperire fieno in questo periodo storico può capitare che lotti, balloni e ballette non siano della qualità a cui siamo abituati; purificando il fieno con Haygain ridurremo i rischi per la salute del nostro cavallo e lo alimenteremo con una materia prima di qualità.

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    Utilizza il foraggio come parziale sostituto del fieno

    Per utilizzare il fieno con più parsimonia o trovare una parziale alternativa può essere utile integrare l’alimentazione del cavallo con del foraggio di qualità che viene sempre più utilizzato in gran parte delle diete. Oltre a permettere di risparmiare il fieno, il foraggio ha grandissimi benefici sull’alimentazione del tuo cavallo.

    I foraggi sono alimenti ricchi di fibra e forniscono nutrienti di alta qualità facilmente assimilabili e digeribili. Inoltre funzionano come un tampone naturale per prevenire l’eccesso di acidità e altre patologie dell’apparato digestivo.

    High Fibre Light Chaff, ad esempio, è una linea completamente sostitutiva del fieno perché più leggera degli altri foraggi e più semplice come formulazione.

    I nostri foraggi sono a fibra più lunga rispetto ad altri, sono completamente depolverizzati e pronti all’uso. Inoltre non sono alimenti pressati in fase di produzione; questo processo può portare umidità e fermentazione e relativi problemi all’apparato digestivo. Vista la rapida inflazione dei prezzi del fieno l’inserimento dei foraggi ad alto contenuto di fibra nell’alimentazione del tuo cavallo può fornire benefici a diversi livelli: risparmio economico, integrazione alimentare e vantaggi sulla salute.

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    Manutenzione dei purificatori di fieno Haygain

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    I purificatori di fieno Haygain sono uno strumento indispensabile per la salute respiratoria e il benessere dei cavalli. Il fieno, come risaputo, molto spesso contiene alti livelli di polveri, muffe e batteri. Haygain è l’unico sistema scientificamente provato per ridurre al 99% tutti i potenziali fattori allergenici.

    Per mantenere inalterati i suoi benefici e per mantenere in salute il tuo cavallo, prenditi cura dei tuoi Haygain.

    Scopriamo tutte le manutenzioni necessarie per i purificatori di fieno.

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    Manutenzione settimanale

    Scopriamo insieme la routine di manutenzione da ripetere ogni settimana con tutti i modelli di purificatore Haygain.

    Pulizia del contenitore

    Per pulire correttamente il contenitore dei purificatori, spegni il generatore di vapore e attendi 30 minuti per farlo raffreddare correttamente, poi segui questi passaggi:

    1. Sollevare il coperchio del contenitore.
    2. Rimuovere tutti i residui di foraggio dall’interno del contenitore, anche dal foro di scarico e dal collettore di vapore. (Fate attenzione alle punte del collettore perchè sono molto appuntite!)
    3. Sciacquare il contenitore, utilizzando un’idropulitrice o un tubo flessibile con acqua di rubinetto pulita.
    4. Utilizzare acqua calda e sapone per strofinare completamente il collettore partendo dalla base con una spazzola. (Se possibile, utilizza un disinfettante per uso veterinario non corrosivo)
    5. Assicurarsi di rimuovere con un getto d’acqua anche i residui di polvere e fieno che si depositano sotto il collettore.
    6. Risciacquare accuratamente con acqua tutta la zona.
    7. Lasciare che l’acqua defluisca attraverso il foro di scarico nella parte inferiore del contenitore.
    8. Assicurarsi che il contenitore sia completamente asciutto prima di chiudere il coperchio.
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    Pulizia del generatore di vapore

    Per pulire l’interno del generatore di vapore, spegnilo e attendi 30 minuti per farlo raffreddare completamente, successivamente segui questi passaggi:

    1. Scollegare il generatore di vapore dalla presa di corrente.
    2. Scollegare il tubo del vapore tirando indietro l’attacco a sgancio rapido alla fine del tubo e staccando la canna.
    3. Svuotare completamente l’acqua contenuta nel tubo del vapore.
    4. Svitare il tappo di sicurezza del generatore di vapore e rimuovi da esso eventuali residui di foraggio o altro materiale.
    5. Posizionare l’imbuto nel beccuccio di riempimento.
    6. Versare delicatamente acqua di rubinetto pulita nel generatore di vapore in modo che sia pieno per metà. (4 litri circa per il modello PB in dotazione con Haygain 600 e Haygain 2000 e 3,5 litri circa per il modello Jiffy in dotazione con Haygain One)
    7. Rimuovere l’imbuto dal generatore di vapore, avvita il tappo di sicurezza e stringilo manualmente.
    8. Per rimuovere eventuali residui dal generatore di vapore, scuotilo energicamente.
    9. Svitare il tappo di sicurezza del generatore di vapore, svuota l’acqua attraverso il beccuccio di riempimento in uno scarico o in un contenitore.
    10. Ripetere il procedimento da 5 a 9 volte finchè l’acqua non è limpida quando esce dal generatore di vapore.
    11. Avvitare il tappo di sicurezza del generatore di vapore e stringilo manualmente.
    12. Collegare il tubo del vapore al contenitore e collega il generatore di vapore ad una presa di corrente.
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    Manutenzione bimestrale

    Il procedimento di manutenzione da ripetere ogni 50/60 giorni è fondamentale per non compromettere il corretto funzionamento del sistema Haygain. Scopriamolo insieme.[/vc_column_text][vc_empty_space height=”10px”][vc_column_text]

    Decalcificazione del generatore di vapore

    Nel generatore di vapore è molto facile che si accumuli del calcare. Normalmente il procedimento va ripetuto una volta al mese. Nei casi in cui il purificatore venga utilizzato 3 o più volte al giorno o in zone con acque più ricche di calcare, è necessario ripetere il processo di decalcificazione 1 volta al mese.

    Per una decalcificazione corretta e completa, segui questi passaggi:

    1. Pulire il generatore di vapore prima di iniziare, seguendo le istruzioni date nel precedente paragrafo.
    2. Aprire la confezione di decalcificante e scioglilo nel volume di acqua calda richiesto come specificato nelle istruzioni del produttore.
    3. Posizionare l’imbuto nel beccuccio di riempimento.
    4. Versare la soluzione diluita delicatamente nel generatore di vapore.
    5. Rimuovere l’imbuto dal generatore di vapore e avvita/stringi manualmente il tappo di sicurezza.
    6. Accendere il generatore di vapore. (Per il modello PB in dotazione con Haygain 600 e Haygain 2000: premere il pulsante di accensione che diventa verde e la spia di riscaldamento diventerà arancione; Per il modello Jiffy in dotazione con Haygain One: ruotare la manopola in posizione “Vapore” e la spia di riscaldamento diventerà rossa)
    7. Quando l’acqua inizia a bollire e dal tubo inizia ad uscire il vapore, attendere 10/15 minuti prima di spegnere il generatore.
    8. Scollegare il generatore di vapore dalla presa di corrente.
    9. Lasciare decalcificare il generatore di vapore almeno 4 ore.
    10. Per rimuovere eventuali residui dal generatore di vapore, scuoterlo energicamente.
    11. Svita il tappo di sicurezza del generatore di vapore, svuota l’acqua attraverso il beccuccio di riempimento in uno scarico o in un contenitore.
    12. Sciacqua e svuota il generatore di vapore fino a quando l’acqua non esce limpida.

    N.B. Durante tutto il procedimento di decalcificazione, soprattutto durante le 4 ore di “azione”, è fondamentale etichettare il generatore di vapore per segnalare chiaramente che contiene decalcificante. Se si purifica il fieno mentre il generatore di vapore contiene decalcificante, potrebbe essere molto pericoloso per la salute del tuo cavallo.

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    • Benessere generale
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      Haygain Decalcificante

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    Consigli di conservazione dei purificatori Haygain

    Se non utilizzi Haygain per più di una settimana, segui questi passaggi per assicurarti che sia conservato correttamente.

    • Assicurati che il contenitore e il generatore di vapore siano risciacquati, puliti e asciutti.
    • Conserva il purificatore in luogo asciutto e con cavo di alimentazione riparato e avvolto. (Evitare di conservarlo a temperature troppo rigide)
    • Prima di utilizzare il generatore di vapore dopo tanto tempo, controllalo accuratamente. Assicurati che non ci siano danni alla spina o al cavo, oltre che siano entrambi puliti ed asciutti.
    • Assicurati che il generatore di vapore sia stato decalcificato.

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    I fumi di ammoniaca sono pericolosi?

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    Se un amico ti bendasse e ti soffiasse addosso l’odore dell’ammoniaca contenuta in una bottiglia, la tua immediata e istintiva reazione sarebbe quella di arretrare immediatamente, come se toccassi una stufa calda. In una scuderia questo odore è usuale, tipico, e per alcuni di noi è quasi un invito a entrare per incontrare il nostro … Leggi tutto

    L’alimentazione del cavallo anziano

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    Considerazioni e segreti nel prenderci cura dei nostri cavalli anziani

    In quasi tutte le scuderia abbiamo un soggetto anziano: può essere il primo cavallo di quando eravamo bambini, quello che ha insegnato a tutta la scuderia a montare, la fattrice migliore dal passato agonistico ragguardevole… un soggetto insomma a cui tutti sono affezionati e che fa ormai parte della famiglia.
    Come tale necessita di una serie di cure particolari al fine di garantirgli una vecchiaia il più agevole possibile.
    In questo articolo capiremo come curare l’alimentazione del cavallo anziano per occuparci al meglio di lui.

    Definiamo un cavallo “anziano” in genere al di sopra dei 16-18 anni.

    Il proprietario si accorge che il proprio cavallo sta invecchiando quasi all’improvviso: nel giro di poco tempo vede il cavallo non è più come in passato e questo cambiamento è quasi sempre legato ad una condizione corporale.

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    Con l’avanzare dell’età il nostro amato animale può andare incontro a cinque problemi differenti:

    1) Diminuzione della capacità di assorbimento dei nutrienti

    Si ha una fisiologica alterazione della mucosa intestinale che compromette la capacità di assorbimento unita ad una alterazione del microbioma.
    Come conseguenza l’alimento indigerito giunge nel grosso intestino provocando fermentazioni anomale con un’eccessiva produzione di acido lattico e conseguente diminuzione del ph, aumentando il rischio di sviluppare coliche e laminite.

    La digestione delle proteine e’ un altro problema importante: la perdita di muscolatura è una delle prime cose che un proprietario nota.
    Se il corpo non riceve un sufficiente apporto di proteine con la dieta, l’organismo comincerà a prelevarle dal proprio tessuto muscolare , perdendo sempre più condizione fisica.
    Quindi la dieta di un cavallo anziano dovrà avere un apporto proteico piu’ alto di quella di un cavallo giovane, intorno al 14%, proprio per questa sua ridotta capacità di assorbimento.
    Allo stesso tempo dovrà essere considerata anche la qualità della proteina : la soia per esempio è un’eccellente fonte proteica per i cavalli anziani per la sua alta composizione in aminoacidi.

    2) Problemi con la dentizione

    Gli anni passano anche per i denti dei cavalli, che inevitabilmente vanno incontro ad un deterioramento.
    Ci possono essere rotturealterazioni della tavola masticatoria, radici del dente che affiorano sempre di più in superficie fino alla perdita del dente.
    Un paio di visite dentistiche all’anno sono necessarie per tenere la situazione sotto controllo e monitorarne l’evoluzione.
    I cavalli anziani tollerano meno il dolore rispetto ad un cavallo giovane, per cui qualsiasi dolore legato alla masticazione può compromettere la capacità di assumere gli alimenti.
    Sarà buona norma somministrare alimenti più morbidi, di taglio corto e che stimolino la produzione di saliva, che ha una funzione lubrificante per il passaggio del cibo e digestiva.

    3) Stress da Paddock

    Gli animali anziani tollerano male i cambiamenti, soprattutto quelli legati all’introduzione di nuovi soggetti nel proprio branco, che inevitabilmente generano stress soprattutto nel momento del pasto.
    Anche il freddo durante l’inverno diventa più difficile da sopportare con l’avanzare dell’età: ciò è principalmente dovuto alla perdita di grasso corporeo e agli squilibri ormonali di termoregolazione.
    Il sistema di produzione di calore più efficiente è sempre legato alla digestione della fibra: garantiamo fibra di ottima qualità e in abbondanza.
    In inverno diminuisce anche l’assunzione di acqua: per evitare coliche da costipazione forniamo pastoni con acqua tiepida anche tutti i giorni, aggiungiamo acqua al mangime tradizionale o stimoliamo la sete aggiungendo una mangiata di sale all’alimento.

    4) Dolore

    La principale causa di dolore nei soggetti anziani è l’artrite.
    Meno il cavallo si muove più aumenta la sua rigidità e il suo dolore.
    È consigliabile quindi che abbia la possibilità di muoversi tutti i giorni a suo piacimento.
    Per aumentare il suo comfort esistono in commercio degli integratori con analgesici naturali che, se somministrati regolarmente, sono un valido aiuto nella gestione del dolore.
    Allo stesso tempo una regolare e attenta gestione dei piedi da parte del maniscalco può contribuire a garantire un andatura più agevole.

    5) Patologie

    Come per gli esseri umani, ci sono alcune patologie che tendono a presentarsi in età avanzata e possono compromettere lo stato di salute del nostro cavallo: disfunzioni ormonali, problemi di funzionalità epatica e renale, forme tumorali, depressione del sistema immunitario, patologie respiratorie, anemia.
    Sono tutte situazioni che richiedono un intervento e un trattamento specifico veterinario a volte da assumere a vita, ma che migliorano o quanto meno rallentano l’evoluzione verso forme più gravi.

    L’alimentazione del cavallo anziano

    I nostri esperti consigliano di prestare attenzione a tre grandi aspetti.


    1. FIBRA – deve essere facilmente masticabile.
      Il fieno può essere sostituito con erba o pellet di fieno, che possono essere anche bagnati per aumentarne la masticabilità.
      Altra fonte di fibra importante può essere la polpa di barbabietola, opportunamente inumidita.
    2. CONCENTRATO – deve avere un tenore proteico tra il 12 e il 16%, una % di fibra superiore al 12% e di grassi tra il 4 E il 6% per aumentare l’apporto calorico della dieta.
      Ricordiamoci sempre di dividerlo in quanti più pasti possibile, almeno tre.
    3. SUPPLEMENTI
      – PROTETTORI ARTICOLARI E ANALGESICI
      – PREBIOTICI E PROBIOTICI per aiutare i processi digestivi
      – VITAMINE E SALI MINERALI per sopperire ad eventuali carenze da ridotta assunzione di alimento
      – GRASSI sotto forma di olio per aumentare l’apporto calorico ella dieta senza aumentare il quantitativo di concentrato. Attenzione però alla funzionalità epatica e alla corretta concomitante somministrazione di vit. E come antiossidante.

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